L’Osservatore

Credere in qualcosa. Questo soltanto è importante, nella vita.
Così pensavo, percorrendo la strada che tante e tante volte mi aveva ricondotto a casa.
Quel vento leggero mi faceva compagnia, con la brezza umida della sera.
Le mani in tasca, cullavo un sogno, una foto in un cassetto, due righe di fantasia.
Pensavo: “Vorrei………Oggi, domani, costruire qualcosa, un ponte del quale non importa vedere le sponde, ma gettare le arcate nella nebbia, sia pur senza sapere quando e se si ricongiungeranno…”
Ma ormai…
Avevo passato troppo tempo a cercare di cambiare quella parte di mondo attorno a me, senza mai scorgere nulla di nuovo, passando tra la gente cieca e sorda, piena solo dei suoi bassi egoismi, arida e spenta.
Adesso, salendo le scale, mi imbattevo nelle nuvole della notte che facevano a gara con la luna a mostrarsi.
Mano a mano che salivo cresceva lo spazio tra me e quel mondo di angoscia ed arrivismo, di paure ed inutili corse quotidiane.
Un inatteso vuoto nel cielo delle buie nuvole scoprì un soffice tappeto di stelle.
Mi fermai, solo un attimo a ricordare.
Rivolsi di scatto lo sguardo all’indietro; ero sicuro più che mai di avere preso la decisione giusta.  La città, con le sue strade, il passeggio ondeggiante dei suoi abitanti, era così lontana, adesso.  Gli uomini con il loro mondo vagavano piccoli piccoli come sopra ad un plastico ed io ero sempre più tranquillo.
Un bel respiro….e via, sempre più deciso, ancora avanti, verso il Mio destino.
Come quel giorno che avevo scelto di attraversare la porta del libro del “Terzo Passaggio”.
Non era stato certamente un caso che un colpo di vento avesse fatto spalancare la finestra della biblioteca. Come avrei potuto capire allora cosa avrebbe significato per la mia vita quel piccolo libro coperto di polvere caduto quasi sui miei piedi, quando mi chinai a raccoglierlo.   Ricordo come fosse ora, anche se sono passati anni ormai, l’entusiasmo e la gioia di tenere tra le mani il Codice segreto della “Terza Porta”.      E da quel momento avevo passato giorni e giorni a vagare cercandola. Poi avevo mollato.
Non è facile continuare a credere in un’idea, anche se comunque senti che è quella giusta, che è la tua vera strada e che nessuno mai te la potrà portare via.
Ma non avevo capito subito.
E d’altronde, come avrei potuto. Non c’entrava affatto la magia, né streghe, né diavoli.  Era solo un Passaggio, ed era lì da sempre, bastava guardarlo attentamente per accorgersi del varco. Doveva essere successo così, quando quattro secoli fa l’architetto lo trovò, ed ideò “La cornice”.
L’avevo capito tutto d’un colpo, riconoscendo la porta del disegno del libro, DENTRO la fontana.   Ed adesso ero lì, davanti a lei, giunto finalmente ad un passo dall’assoluta immobilità dell’eterno.
Neanche un rimpianto mi colse quando entrai.   Sereno e risoluto uscii definitivamente dal mondo egli uomini per entrare in quello delle cose.
Scoprii così il privilegio di divenire un “Osservatore”.
Da quella posizione adesso ammiro lo svolgersi cadenzato dei giorni degli uomini, giorni tutti uguali, gesti che si ripetono senza fine, nell’egoismo che consuma le loro inutili vite.
Talora qualcuno tra loro riesce a spezzare le spesse catene che li legano alla Terra. Pochi, in verità, e subito bloccati dai più che mal comprendono come ci si possa sacrificare per l’altrui bene. Come si possa ancora credere al progresso dell’umana specie sopra la ferinità dell’egoismo.
Talvolta sorrido dei loro giochi: si vestono di colorate piume di vuota vanità. Piume leggere, che volano via ad un soffio di vento.
Piume colorate e leggere, non come quelle bianche ed eterne del Terzo Angelo della fontana di Piazza del Sole……